venerdì 18 novembre 2011

Suzanne Valadon è uno dei nomi femminili più conosciuti degli anni d'oro della Butte.Una delle poche donne che non esercitò il mestiere di ballerina. Nata in campagna, a Bessin- Sur- Gartempe dalla relazione di una lavandaia con un non bene identificatoMonsieur (forse un certo Coulaud che venne poi arrestato come falsario) il quale le abbandona subito dopo la nascita di Suzanne. In realtà il suo vero nome era Marie - Clémenthine, effettivamente una scelta meno pittoresca. Marie a 5 anni si trasferisce con la madre Madelaine a Parigi, in quel terribile 1870 in cui scoppia la guerra con la Prussia.  Piovono miseria e sacrifici su questa famiglia spezzata, in cui la Madelaine per sopravvivere deve fare la domestica di giorno e la stiratrice di notte. Marie è sola, frequenta qualche lezione in una scuola religiosa dove non si trova bene. Troppo vivace, troppo indisciplinata, dicono le pie religiose. Passano gli anni e Marie cresce in fretta. Si reinventa a Montmartre e diventa Suzanne Valadon, per i pittori cui farà da modella sarà invece Maria. Ma andiamo con ordine.Una vita folle e avventurosa, mille mestieri, mille relazioni. Prima impara a fare l'acrobata, sembra addirittura che riesca diventare un abile trapezista al Circo Fernando, secondo altre testimonianze sarebbe stata invece una cavallerizza coperta di lustrini. Pare che  proprio una caduta da cavallo la costringa a cambiare professione. Sua madre è un esperta lavandaiae femme de menage, e anche Suzanne s'ingegnò in questo mestiere faticoso. La Blanchisseuse Suzanne portava  la biancheria pulita  a casa dei clienti. Uno di questi si chiama Puvis de Chavannes.
[Image] Suzanne Valadon in una fotografia 
che la ritrae da giovane E' qui che inizia il rapporto intenso della Valadon con la pittura. Divenne la  modella di Puvis. Posa per pittori del calibro di Henry de Toulouse - Lautrec, Pierre Auguste Renoir ( che la ritrae in Ballo in città e La colazione dei canottieri) e Edgard Degas. Edgard Degas la incoraggiò a dipingere e lei vi si buttò anima e corpo.

[Image] Ballo in città, Pierre Auguste Renoir
1883, Musée D'Orsay  
Nel frattempo l'amore, il sesso, la passione si fanno largo nella strada di Suzanne.
Tra gli amanti dell'epoca c'è anche Erik Satie, che le avrebbe inviato trecento lettere in sei mesi chiamandola "mon petit Biqui". Relazione breve, focosa e tormentata. Come da copione. La passionale Suzanne scopre ben presto le gioie della maternità, a 18 anni, anche se il padre di suo figlio rimane tutt'ora un mistero. Il futuro pittore Maurice Utrillo deve il suo cognome al generoso amante della madre Miguel Utrillo, un aristocratico spagnolo. La paternità reale rimarrà sempre un mistero, forse anche per la stessa Suzanne , che ebbe numerosi amanti. Anche i pittori la vollero come amante, come quel deforme spensierato giullare di Touluse - Lautrec, il geniale nano dai mille volti di Montmartre.La madre nubile vive così mesi di vita sregolata, all'insegna delle notti brave di Montmartre: vino, vivaci compagnie, risvegli pesanti e annebbiati. Poi arriva il primo marito: un amico di Satie, uomo solido facoltoso, un procuratore, Paul Mousis. Maurice viene mandato a studiare al Saint Anne. Infanzia triste, solitaria e difficile, quella del piccolo Utrillo. Mousis è severo, duro. Ma la sicurezza della vita matrimoniale  e borghese non appartiene all'indole fiera e ribelle della Valadon. La passionale Suzanne scalpita, s'imbizzarrisce come quel cavallo dal quale è caduta, forse, tempo prima. Suzanne a quarantacinque anni conosce Andrè Utter, un amico di suo figlio ed intreccia con lui una relazione intensa e febbrile che sfocerà in un secondo matrimonio.
[Image] Fleurs dans une cafetière empires, 
S.Valadon 1920, Collection Paul Dini, Lyon Dal 1910 Suzanne, Maurice e Utter vivono insieme in rue Corot. alcuni li soprannominano il trio infernale, sono scatenati. I vicini si lamentano, soprattutto di Maurice quando urla  e produce schiamazzi d'ogni genere per via dell'alcol.Suzanne dipinge insieme al figlio e al compagno, all'interno di quel suo bizzarro nucleo famigliare si crea un equilibrio sui generis, fuori da ogni schema socialmente accettabile all'epoca. 
[Image] Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e André Utter nei primi anni 20' 

Ma si sa, siamo nella Montrmartre dei primi del 900'. Purtroppo l'alcolismo, in una casa dove bere molto è un' abitudine quotidiana, colpisce in modo feroce Maurice, tanto da portarlo a crisi fortissime. Si dice che la madre lo rinchiudesse in una stanza con pennelli colori e tele. Tutto è cominciato per il suggerimento di uno psichiatra che aveva consigliato di veicolare le tensioni e le nevrosi di Murice in un occupazione costruttiva. Sulla Butte i ragzzi lo chiamavano Litrillo. Ma diventerà un grande pittore, molto impegnato  e quasi morboso nella resa del reale. Le sue inquietudini di uomo e pittore solitario mescolate alle influenze impressioniste di Sisley e Pissarro creano una magia sulla tela. Densità dell'impasto, delicate vibrazioni tonali sulle quali il pittore si concentra per ore. Suzanne è vivace intensa, passionale, la sua pittura riflette tutto questo. I colori sono forti e sensuali, si sente l'eco di Paul Gauguin.
[Image] Autoritratto, S.Valadon 1927, Musée Maurice Utrillo 
Suzanne Valadon espone molte sue opere, che ottengono anche buone critiche, ma non vende molto. Al contrario di suo figlio. Quest'ultimo non si arricchisce: spesso si fa pagare con delle belle bevute. Nel 1909,  a ventisei anni, Utrillo ottiene un primo grande riconoscimento con una personale apprezzata dal pubblico e dalla critica. Si resta ammirati di fronte alla sua malinconia che ammanta i vicoli di Montmartre di uno strano fascino. Maurice dipinge in modo toccante, le sue tele emozionano, coinvolgono. Nel 1912 lo ritroviamo ricoverato a disintossicarsi. La pesante eredità della madre folle, una cortigiana, la moglie di un suo compagnio di gioventù, l'amante di tanti pittori e tanti sconosciuti. Maurice non può non rimanerne segnato.Saranno numerosi i tentativi di suicidio, le violenze che lo porteranno in carcere. Quando torna finalmente a casa dal sanatorio, Utter decide di gestire le sue finanze. Basta con le bevute, basta con gli sprechi, basta con l'autodistruzione. I due coniugi cercano di porre termine alle sofferenze fisiche e morali di Maurice e di ottenere grazie alla suo talento una vita più agiata. Dipingere per Maurice è l'unica via d'uscita, l'unico elemento si stabilità, l'unico ramo al quale può aggrapparsi mentre il torrente dell'esistenza violentemente lo trascina verso il gorgo. Nel 1920 ottiene un contratto con una galleria:un milione di franchi, una fortuna. Nel 1938 La Suzanne la Folle muore di congestione celebrale. Sono tanti coloro che presenziano al funerale per dare un ultimo addio a questa icona della butte, anche Picasso.



























  



  [Image][Image] [Image] 



  

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