Letteratura

                         
                       Sylvia Plath
                              Diari

Sylvia Plath, 1951
Sdraiata sulla pancia su un tiepido scoglio piatto, lasciavo penzolare un braccio e con la mano accarezzavo i contorni arrotondati della pietra scaldata dal sole, seguendone le lisce ondulazioni.Lo scoglio era così caldo, emanava un tepore così intenso e confortevole che mi sembrava un corpo umano. Bruciando attraverso la stoffa del costume da bagno, quel grande calore mi si irradiava per tutto il corpo e i seni mi dolevano contro la dura pietra piatta. soffiava un vento salmastro e fradicio che mi inumidiva i capelli e attraverso un folto ciuffo lucente intravedevo l'azzurro scintillio dell'oceano. Il sole penetrava in ogni poro, saziava ogni mia querula fibra in una grande, incandescente pace dorata......Superba, bianca come un osso ero stata detersa dal mare, mondata battezzata purificata, lavata a secco e tonificata dal sole.
....Da questa esperienza sono emersa intatta e pulita, corrosa dal sole fino alle ossa, detersa dalla gelida sferza dell'acqua salata prosciugata e sbiancata fino alla dolce calma che deriva dalla dimestichezza con le cose primordiali...... E'la sensazione che, a prescindere dalle idee e dalla condotta altrui, ci sia un unico atteggiamento di moralità e bellezza verso la vita che possa essere condiviso in tutta sincerità, al sole e al vento, con un altro essere umano che creda negli stessi principi fondamentali.