Storia

                               Nazino: 


     l'incubo atroce del cannibalismo  




Il dittatore Stalin, leader dell URSS dal 1923 al 1953


L'isola dei cannibali è l'isola siberiana di Nazino sul fiume Ob, dove Stalin e il suo ministro degli Interni hanno deportato all'inizio del 1933 circa 6000 cosiddetti "elementi declassati e socialmente nocivi". Uomini, donne e bambini. Provvisti unicamente di una libbra di farina al giorno, nel giro di alcuni mesi il loro numero si ridusse a 2000 e tra i superstiti si verificarono episodi di antropofagia (che diede tristemente il nome all'isola). 

Su questi episodi fu aperta un'inchiesta che produsse una serie di rapporti, diligentemente archiviati, ma che non ebbero alcun seguito. Il libro di Werth, basato sui documenti ufficiali pubblicati in Russia in seguito all'apertura degli archivi incoraggiata dalla perestroika, inquadra questo tragico episodio nella vita e nella politica staliniana degli anni Trenta.Le rime ad essere massacrate furono le donne: più parti molli, facilmente commestibili, meno difficoltoso catturale, perché più fragili fisicamente. Tra di loro alcune erano in stato di gravidanza.




History Channel ha dedicato
uno speciale all'isola ed alla sua tragica storia.
La deportazione fu un atto d'impulso totalmente irrazionale, privo di organizzazione, senza una coerente programmazione, né una  selezione "logica" delle vittime. Furono portate via persone che erano scese in strada per acquistare della frutta al mercato o delle sigarette dal tabaccaio: l'unica ragione del loro arresto fu la mancanza di documenti da esibire. a nulla valsero le richieste di temporeggiamento per recuperare i documenti richiesti. Furono deportati anche membri tesserati del partito.